Medjugorje: con scetticismo verso il big bang


Il grande giorno, si avvicina a grandi passi, fra grandi speranze e grandi paure. Tutto è grande in questa vicenda: anche i tempi, semplicemente biblici. Di piccolo c’è solo il villaggio prescelto (ma dopo Lourdes e Fatima che potevi aspettarti?). Anche la regione è molto piccola: l’Erzegovina, una miseria come regione. Ma il suo capoluogo Sarajevo, è un caposaldo di cultura e di arte. E ci son dentro tutti: Musulmani 47%; cristiani (fra tutti il 51%), Ebrei (poco più di diecimila). Tanto è bastato a papa Francesco per chiamarla la Gerusalemme europea.
Tutto cominciò il 24 giugno del 1981, con la prima d’un’infinita serie di apparizioni della Vergine Maria a sei ragazzi (4 femmine e 1 maschio, più un ragazzino sui 10). Apparizioni tuttora in corso: per tre di loro tutti giorni dovunque si trovino, per gli altri ogni tanto.
Da allora ca. 40 milioni di pellegrini sono saliti per i sentieri sassosi sulla collina delle apparizioni: conversioni a migliaia, forse a centinaia di migliaia, alcune anche di gente assai in vista (artisti, scienziati). Confessioni a milioni e così i ritorni ai sacramenti. Anche Giovanni Paolo II, il grande innamorato di Maria (indimenticabile il suo motto Totus tuus “tutto tuo”: parole, queste, che ogni uomo o donna che abbia avuto “intelletto d’amore” – Dante ne La vita nuova– avrà infinite volte ripetuto all’oggetto del suo amore), avrebbe in privato espresso il desiderio di recarvisi anche lui, pellegrino fra i pellegrini, per dire lassù alla gran Madre di Dio tutto il suo amore; ma ne fu dissuaso dal timore che, anche senza parole, la sua stessa presenza a Madjugorje avrebbe potuto rappresentare un’approvazione della nuova devozione e del suo culto.
Invece nel frattempo, si sono avute, se non proprio sentenze di condanna, almeno precise indicazioni in senso del tutto contrario, da parte sia del vescovo di Mostar sia della conferenza episcopale dell’Erzegovina.
Poi è arrivato Francesco, il quale, dopo un primo tempo di neutralità o almeno di silenzio, da qualche tempo ha incominciato a rilasciare parole dalle quali, come per il vino che filtra fra le doghe di manzoniana memoria, ci ha dato modo, in più d’una occasione, di farci un’idea abbastanza precisa di quale potrà essere il suo pensiero, il suo giudizio e alla fine il suo verdetto, sull’ormai annosa vicenda. Sicché alle preoccupazioni, ai timori e allo sconforto dei devoti che temono il fatale non licet, risponde il coro degli “era ora” di quelli che francamente non ne possono più d’un silenzio e d’una ambiguità che, se dovesse andare avanti ancora qualche anno, non potrebbe che tornare a discredito d’una Chiesa del silenzio che è tale solo perché non sa più trovare il coraggio di dire vino al vino e picchiotto al picchiotto.
Per ora gli indizi ci sono tutti per far bene sperare. Intanto quanto si è saputo dei risultati cui sarebbe giunta la commissione ad hoc costituita circa cinque anni fa per studiare il caso e affidata alla guida del Card. Camillo Ruini.

Riporto ora qualcosa degli articoli apparsi in questi giorni sullo spinoso argomento. Per mancanza di spazio, taglio sulle fonti (prevalentemente da laRepubblica).

Santa Marta, novembre 2013: “La Madonna è madre! E ci ama a tutti noi. Ma non è un capoufficio della posta, per inviare messaggi tutti i giorni… Queste novità allontanano dal Vangelo, dallo Spirito Santo, dalla pace e dalla sapienza, dalla gloria di Dio, dalla bellezza di Dio”.
9 giugno scorso: a proposito «della lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio». Risposta: “Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più”.
Il punto è di Andrea Gualtieri: «Il dossier in Vaticano: il rapporto tra i fedeli e il santuario non è in discussione, ma secondo la Congregazione per la Dottrina della Fede le apparizioni non avrebbero nulla di soprannaturale. Per i sei veggenti c’è il divieto di partecipare a raduni e divulgare messaggi attribuiti alla Madonna. Dopo l’estate si pronuncerà il Papa».
Marco Ansaldo (26 giugno): «Un anniversario amaro (il 34°)… La riunione non ha messo in discussione il luogo sacro, tanto meno il rapporto tra i fedeli e il santuario. Il caso controverso riguarda semmai le visioni e i tour periodicamente compiuti dai sei veggenti. Dopo le parole critiche pronunciate da Papa Francesco sulla genuinità delle apparizioni il 6 giugno scorso sul volo da Sarajevo, l’altro ieri s’è pronunciata la plenaria all’ex Sant’Uffizio. Secondo gli orientamenti emersi le apparizioni di Medjugorje non avrebbero nulla di soprannaturale e il loro messaggio verrebbe considerato addirittura come inconsistente sotto il profilo teologico. I sei veggenti hanno ora l’espresso divieto di partecipare a raduni e di divulgare messaggi che essi sostengono provenire dalla Madonna. Inoltre i vescovi sono invitati a non accoglierli per assemblee dei fedeli».
Particolare sospetto suscita nella commissione «il consistente giro di denaro attorno al fenomeno Medjugorje. Il sospetto è che ci possano essere operazioni di lucro sui pellegrini che si riuniscono in grande numero nei raduni dei veggenti all’estero, ma anche forti interessi economici locali in gioco per hotel e agenzie di viaggio. Un dato che, arrivato alle orecchie di un Pontefice che predica la sobrietà come Jorge Bergoglio, non è sfuggito al nuovo corso in Vaticano». Basta così ce n’è più che abbastanza.

Che dire? Che non ne sono affatto meravigliato. Più ancora: che me l’aspettavo. Ancora di più: che lo aspettavo da anni. Perché senza avere in mano alcun elemento di merito per potermene fare un’idea, era più che evidente, a me, che sotto tutto quel fumo non ci poteva essere solo incenso, ma solo un grosso arrosto: un gran bel po’ di roba da mangiare. Mi credano i miei Lettori, scrivo queste parole non per senso di rivincita, ma solo con un gran dolore e una grande delusione. Ma davvero ci son voluti 34 anni per arrivare a una conclusione che si sarebbe dovuta imporre subito, giusto un paio, al massimo tre anni dopo il suo inizio? Ma quando mai s’era vista una storia di apparizioni di anni, anzi di decenni (tre e mezzo)! Nel loro “piccolo” Lourdes e Fatima s’erano accontentati di qualche mese, e così in tutto il mondo. Fate un po’ 34 per 12: fanno 408 messaggi. Poi andate a leggerveli tutti: la commissione Ruini dice che è roba addirittura inconsistente! E ci voleva una paludatissima commissione cardinal-episcopal-teologica per capirlo: alcuni anni fa ebbi occasione di leggerne molti. Mi chiesero cosa ne pensassi: risposi schietto: “io ne avrei scritti di migliori”. A loro ci son voluti 34 anni per capire che quei messaggi sono cosa addirittura inconsistente.
Ecco allora spiegato perché arriviamo sempre con secoli di ritardo (qualcuno ricorderà che il card. Martini parlava di due secoli. Io in genere dico che in media siamo intorno ai quattro secoli: anzi per arrivare a “la Bibbia in mano a tutti” e alla “liturgia in lingua del popolo” a noi ne son serviti quattro e mezzo in più che a Lutero. Per non parlare di Copernico, dei diritti dell’uomo, dell’evoluzionismo, della dottrina sociale. Qualcuno dirà che qui sto sputando tutto il mio veleno contro la Chiesa? No, credetemi se potete! Sto solo sputando la bile che la mia cistifellea produce in eccesso nel vedere la Chiesa, mio grandissimo, unico, vero amore al quale ho dedicato tutta la mia vita, arrivare sempre in ritardo di secoli su verità che in tanti, pur non potendo contare sullo Spirito (solo perché non ci credono), capiscono subito.
Francesco dice che la Madonna non è né un postino che alle quattro consegna il suo messaggio, né una gentile signora che a las 4 de la tarde offre a tutti il suo tè.
Bene: io non bevo tè, ma nemmeno le frottole. A Lourdes sono andato, a Fatima pure, ma lì la Chiesa ha chiesto tempi umani, non biblici per appurare la verità. A Medjugorje m’hanno chiesto molte volte se ero andato e se intendevo andare: a tutte e due le domande ho sempre risposto di no. Adesso vi ho detto anche perché. Non pretendo di convincervi. Mi basterebbe mi capiste.

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