La mala notte di don Antonio


Sì questa è una mala notte per me, innamorato come sono di Gesù, della sua Persona e della sua Parola.
Una mala notte, perché dovrò pensare al mio Signore che affoga in un bicchiere d’urina liberata apposta d’un sedicente artista che invece che usare cervello e mani usa un’altra testa e la sottostante vescica per ottenere la materia prima per i suoi vomitevoli exploit.
Dunque, perché possiate capirmi, a Lucca, ci sarà in questi giorni la mostra d’un tal “Serrano” (che in spagnolo significa montanaro cafone) che da una trentina d’anni o giù di lì, va in giro per il mondo a mostrare il suo capolavoro, “pisciando” (scusate la parola che non ho più usato, nemmeno per scherzo, da quando sono andato in seminario) in un bicchiere dove poi immerge quell’innocente crocifisso da mettere in mostra davanti a dei beoti che pagano il biglietto per andare a vederlo e magari aspirarne il serafico olezzo. Dice che lo fa per protestare contro il commercio delle immagini sacre, lui, “il tenero verginello d’angelici costumi adorno!”. Fossi il vescovo di Lucca chiuderei le mie chiese per tutto il tempo della durata della mostra, inciterei i miei cristiani alla protesta con ogni mezzo, anche quello, per esempio di rovesciare davanti alla porta della mostra, tutte le urine raccolte nella notte, finché qualcosa non si rompa: o la testa di chi ha avuto la bella idea di invitare a Lucca Il Grande Urinatore, o il bicchiere che svuoterei prima in bocca a chi l’aveva riempito con tutto il meglio che può uscire da lui.
Basta così!: sono troppo arrabbiato. Rischio che invece d’una benedizione mi scappi un improperio contro il montanaro cafone e grande urinatore di cui sopra.
Buona notte don Antonio.
P.S. Ma poi un momento: voi non c’entrate!
Via, sarò generoso, vi benedico tutti. (Voi, non loro!).