Se l’inferno è giusto alla tua porta


Questo articolo non l’ho scritto io, almeno non tutto, ma i titolisti del quotidiano di Ezio Mauro, laRepubblica. La data è quella di oggi, sabato 23 agosto dell’Anno dell’Orrore 2014.
Doveroso avviso ai lettori (affinché non mi taccino di sadismo): è tutta roba loro. La mia responsabilità sta solo nel riproporveli tali e quali. Senza ulteriori premesse darò subito fuoco alle polveri.
Pagina 1: di spalla, fotonotizia di due giustizieri di Hamas, tutti vestiti di nero ma con le maniche corte (il boia di James Foley le maniche le aveva lunghe); questi hanno in mano armi da fuoco, quello solo un corto pugnale; tutti e tre tengono la mano libera appoggiata fra le spalle e il collo del condannato. Minuscolo sovratitolo: Hamas giustizia in piazza 18 palestinesi: “sono spie”. Viene in mente il Manzoni del Conte di Carmagnola: “i fratelli hanno uccisi i fratelli / questa orrenda notizia vi do”.
Sempre a pag.1: Gli Usa pronti ai raid in Siria contro l’Is.
Ancora in 1°: Gaza, bimbo israeliano ucciso dai mortai.
Sempre in prima: Bossetti (presunto assassino di Yara) cercava tredicenni nei siti pedofili. Notizia contestata.
La 4° pagina è dedicata per intero alle due volontarie italiane rapite e agli incubi notturni dei loro congiunti.
Le pagine 5 e 6 sono tutte dedicate alla crisi nord-irachena: Gli USA preparano l’offensiva anti-IS. Li colpiremo anche in Siria.
Ivi: I miliziani dello Stato Islamico sono più pericolosi di Al Qaeda.
E adesso una vera chicca: Sarò la prima a giustiziare un Occidentale. A parlare è Maryam, jihadista di nazionalità inglese, una 22enne cresciuta a Londra, che ora combatte ad Aleppo (Siria). Per lei I veri terroristi sono gli americani e gli inglesi. È con il bimbo di 3-4 anni che tiene in mano un mitra. Quando si dice lo zelo materno! Un rammarico: “il mitra di mio marito è migliore del mio”.
Sulla pagina a fronte, ancora la foto del boia di Jim Foley con la mano sinistra sulle spalle della vittima: la destra mostra alla vittima l’arma che gli taglierà la testa.
A pag. 9 Adriano Sofri ci fa riprendere fiato con la storia di Alì Ezzedin, lo Schindler degli yazidi, come lo definisce lo stesso Sofri, un uomo arricchitosi con la vendita degli alcolici, ma che ora mette a disposizione degli sfollati yazidi la sua casa e le sue sostanze, per salvare il più alto numero possibile di yazidi. Una boccata d’aria pura che ci voleva.
Giriamo ancora pagina ed eccoci ancora nell’inferno di Gaza con la storia di Daniel, il bimbo di cinque anni raggiunto da una scheggia di mortaio sparata da Hamas contro un kibbutz di frontiera israeliano. Il bimbo correva verso un rifugio, ma a pochi metri da esso la scheggia l’ha raggiunto uccidendolo. Niente da fare per lui. Nella stessa pagina un enorme foto mostra un giustiziere-boia-assassino incappucciato di nero, con un profilo che sembra tratto di peso dall’inferno michelangiolesco della Sistina, che sospinge la sua vittima verso il luogo dell’esecuzione. Atroce il pesante sacchetto che lo rende totalmente cieco. In alto a destra due piccole foto ci fanno vedere il seguito: le vittime inginocchiate con i miliziani armati di fucili e pronti a sparare; e infine gli stessi corpi ormai a terra senza vita, mentre i miliziani, esaurito il loro compito, parlottano indifferenti fra loro.
Ma forse è ora di concederci un sorriso. Magari di compatimento. L’occasione ce la danno i cinquestelle, probabilmente in buona fede. Ci si è messo anche il filosofo Paolo Becchi, l’intellettuale che ha sposato le idee di Grillo e del grillismo, dicendoci che «se diamo armi ai curdi, poi non lamentiamoci se l’Is taglia la gola alle italiane».
Gli dà manforte il solito Di Battista «la violenza indecente, barbara, inaccettabile subita (dal giornalista americano) è in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti iracheni nel carcere di Abu Ghraib“ (il famigerato carcere di Baghdad, al centro di uno scandalo (devastante per gli USA), sulle condizioni e sul modo in cui quuegli infelici venivano trattati. In difesa del suo deputato è intervenuto lo stesso Grillo straparlante: «Siamo a favore del terrorismo, dialoghiamo con i terroristi e non con il governo» e l’ebetino che lo guida.
Non è finita; alla pagina 17 trovi I camion russi in Ucraina: “È invasione”. Nel catenaccio si parla di tensione altissima e di conseguenze molto gravi da aspettarsi. In Germania si teme ora che il conflitto possa allargarsi”. E alla pag. 18: Uccide figlia, ancora un padre killerCi risiamo!
Avete mica pianto abbastanza? Allora prima dell’ ultima botta vi regalo un sorriso che più squallido non si può. Barcellona: tre ragazzi italiani sorpresi in un supermercato nudimadre e con le mani sulle “vergogne”. Pare però che non li abbiano presi molto bene: e si promette tolleranza zero contro tutti i turisti cafoni. Speriamo facciano sul serio.
Dulcis in fundo, una chicca da uno degli uomini più letti e ascoltati del mondo, il biologo Richard Dawkins, di cui già in passato mi sono occupato più volte, si è degnato di farci sapere che secondo lui «è immorale partorire un figlio down». Secondo lui si dovrebbe abortire e subito riprovare a farne un altro. La reazione è stata durissima a livello planetario data la sua fama. Così ha pensato di fare una parziale marcia indietro: «Ho detto solo quello che farei io», si è giustificato. Poteva risparmiarsi anche questa.
Perché questa cavalcata nell’orrore e nella tristezza d’un mondo che va smarrendo sempre più il senso cristiano della vita? Proprio perché di fronte a questi orrori, a queste aberrazioni della tanto sbandierata nuova umanità senza Dio (nel senso che o lo cancella o ne prescinde del tutto) noi non sappiamo più dare risposte convincenti a chi s’affaccia alle porte della storia, ai giovani che cercano senso nella violenza, nel terrore, nell’abbracciare un kalashnikov o al più nel guadagnare quattrini, tanti, e senza troppa fatica. Se tanto progresso (sbalorditivo) nelle scienze e nella tecnologia ci porta a usarle in questi modi, che potrà essere di noi, quando esse avranno fatto passi in avanti ancor più portentosi?
Per esempio, come rimanere sereni davanti ai tanti nuovi Medei che hanno preso il posto della Medea di Euripide e del mito, e che ammazzano quasi ogni giorno figli e figlie ancora bambini, solo per vendetta contro la moglie che li ha lasciati o che minaccia di farlo? Come potrei rimanere sereno se non riesco neppure a capire i tanti milioni di giovani che si lamentano perché non trovano lavoro, ma intanto rifiutano in massa posti d’infermiere, pizzaiolo, fornaio, calzolaio, falegname, meccanico, barista solo perché il sabato lo vogliono libero, o non vogliono aver sempre le mani sporche, o lavorare di notte perché la loro notte è fatta per ben altro, e loro il sabato sera, in pizzeria ci vanno, ci mancherebbe!, ma a mangiare la pizza, mica a farla o a servirla!
Non era di questo, però, che volevo scrivervi, o quasi discorrere con voi, oggi. Avevo pensato un tutt’altro argomento. Pensate un po’: un pensiero del sommo Pascal, sì, quello di Port Royal, quello delle Pensées.
Per parlarvi di Dio e di ragioni per credere migliori di quelle per le quali siamo soliti dire che non si può non credere in un Dio che ci ha creati, in un Gesù che ci ha redenti.
Ma poi è arrivato a casa laRepubblica e il sangue mi si è guastato. All’inferno non si può parlare degli angeli. E allora ho deciso di scendere anch’io nell’inferno per vedere se si può trovare una strada per uscirne. Non sarà facile purtroppo.

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